MIOCARDIOPATIA DILATATIVA

Cardiomiopatia Dilatativa del Cane: come distinguerla dalle altre forme

Tratto da : Documento pdf La Settimana Veterinaria n. 106 24 luglio 2019
 

La cardiomiopatia dilatativa primaria è una patologia degenerativa del miocardio ad eziologia sconosciuta, per la quale si sono osservate alcune concause: genetiche, dietetico-carenziali, infiammatorie, autoimmuni, endocrine, iperattività dei microcircoli, apoptosi, agenti tossico-chimici .
Dal punto di vista anatomo patologico sono presenti dilatazione delle camere cardiache e diminuzione degli spessori setto-parietali, dilatazione deglj osti valvolari; microscopicamente il quadro è di ipertrofia e degenerazione dei miocardiociti, aumento della fibrosi interstiziale e perivascolare, assenza di disarray.
Clinicamente la malattia si caratterizza per i classici sintomi dell’insufficienza di pompa a causa della perdita di funzione contrattile che sono stato di abbattimento, intolleranza allo sforzo, segni obbiettivi di scompenso destro sinistro come turgore giugulare, ascite, tosse, ecc.
Il quadro radiografico presenta ingrandimento dell’ombra cardiaca ed eventuali bulging in corrispondenza delle aree radiografiche che rappresentano i settori cardiaci interessati, l’ECG può evidenziare extrasistoli atriali e ventricolari, fibrillazione atriale, tachicardia ventricolare parossistica o sostenuta, blocchi atrioventricolari di diverso grado.
Il complemento diagnostico d’elezione è l’ecocardiografia che evidenzia dilatazione delle camere cardiache, diminuzione degli spessori ventricolari setto-parietali, ipo/acinesia ventricolare diffusa, aumento dei diametri e dei volumi ventricolari telediastolici e telesistolici.
Gli indici di funzione sistolica (f.e. e f.s.) diminuiscono mentre aumentano il precarico e l’afterload ventricolare.
Possono inoltre essere presenti dilatazione degli osti valvolari con o senza deficit valvolari significativi , dissincronia della cinetica intraventricolare (septal to left wall motion delay), dissincronia elettromeccanica ventricolare, alterato rilasciamento diastolico.
La terapia è essenzialmente incentrata sulla neutralizzazione dei maccanismi di compenso e prevede diuretici, antialdosteronici, ace-inibitori, pimobendan ed eventuale terapia antiaritmica qualora vi fosse la presenza di aritmie ( solitamente fibrillazione atriale, cvp e parossismi di tachicardia atriale o ventricolare)